Mi aspettavo decisamente di più dal primo lungometraggio di Andrew Hulme. Porta in scena lo spasmodico percorso di redenzione di un giovane criminale londinese disgustato dalla spirale di violenza in cui è finito. Il soggetto (tratto da una storia vera e scritto a quattro mani dal regista e dal reale protagonista) è interessante
ma lo sviluppo narrativo incerto e la sceneggiatura claudicante. Peccato. Perché alcune scelte visive sono molto, molto ben riuscite.
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