sabato 23 gennaio 2010

:: Libri: "Il lamento del bradipo" (Sam Savage)


Ho appena finito di leggere il secondo romanzo di Sam Savage, "Il lamento del bradipo".
Mentre il tanto acclamato Firmino (2006), sebbene partisse da una buona idea di base, mi era sembrato piuttosto banale ed a tratti persino noioso, questo secondo lavoro mi è piaciuto sia nella struttura che nella forma.
Complimenti all'autore per la sottile ed a tratti geniale ironia con cui è riuscito a descrivere la follia e il grottesco della natura umana.
Per non rovinare la sorpresa a chi non lo avesse ancora letto mi limito a citare la presentazione di Feltrinelli:
"Andrew Whittaker è indebitato fino al collo, la rivista letteraria che dirige è a un passo dalla bancarotta, la casa in cui vive cade a pezzi e la moglie lo ha lasciato. Andrew però non molla. È una fucina di idee, progetti. Forse anche illusioni e velleità. E scrive, forsennatamente, a chiunque. Poi raccoglie tutto. Un presente e un passato di sogni, ideali e rimpianti emerge dagli stralci del suo strampalato epistolario: lettere di rifiuto ad aspiranti scrittori, lettere alla ex moglie, lettere a ditte incaricate di rifare i soffitti di casa, lettere di sfratto, annunci di appartamenti in affitto, appunti, cose pensate, bozze di racconti, pezzi di un romanzo, lettere alla madre, post scriptum per la badante della madre, pagine di diario, liste della spesa, cartelli per gli inquilini del palazzo, ancora lettere, ancora pensieri, ancora cartelli... Ne esce l'impossibile catalogo di un amabile perdigiorno. O, meglio, di un nevrotico e coscienzioso archivista del tutto e del nulla in cui siamo immersi."

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