lunedì 18 gennaio 2010

:: Cinema "La prima cosa bella" (Virzì)


E' proprio un bel film "La prima cosa bella" di Virzì.
Una commedia amara che, in un continuo alternarsi di salti temporali tra la Livorno degli anni '60 e quella dei giorni nostri, racconta la storia di una donna estremamente bella, sensuale, ingenua e piena di vitalità e del suo modo di essere madre.
E' un racconto corale in cui prendono vita numerosi personaggi.
Bravissimo Valerio Mastandrea nel ruolo del figlio maggiore.
Strepitose Micaela Ramazzotti e Stefania Sandrelli nel duplice ruolo della protagonista giovane e bella prima, invecchiata e gravemente malata poi. Non so come abbiano fatto ma, nonostante la diversità fisica, sono riuscite a dare continuità al personaggio sia nello spirito che nella gestualità.
Peccato che Claudia Pandolfi non sia stata altrettanto brava nel ruolo della figlia minore, la sua a mio avviso pessima interpretazione ha tolto spessore ad un personaggio altrettanto interessante e ben costruito.
Un applauso a Virzì per essere riuscito ad affrontare un tema così delicato come il rapporto madre/figlio tra lacrime e sorrisi, amarezza ed ironia.
Di seguito alcune recensioni.
P. D'agostini (La Repubblica): "[...] In questi giorni di parla, anche un pò a sproposito, di cinema della meraviglia tecnologica opposto al cinema dell'umano, il nostro. L'opposizione è rozza, ma di certo La prima cosa bella rappresenta in pieno l'ideale di un cinema che sta dalla parte dell'uomo e delle sue piccole grandi pene. Parte di un grande coro. [...]"
A. Crespi (L'Unità): " [...]
uLa prima cosa bella è una cosa davvero bellissima. Ci è sembrato un gran film, quello di Paolo Virzì. E non essendo coinvolti "autobiograficamente", ci è sembrato soprattutto - attenzione ai paroloni! - una riflessione seria e ironica sulla morte, una sorta di "istruzione per l'uso" su come rielaborare i lutti e tenere i nostri cari accanto a noi, anche quando se ne vanno. [...]"
A. Levantesi Kesich (La Stampa): "[...]
Trepidanti Micaela Ramazzotti e Stefania Sandrelli. Mastandrea è perfetto per misura e malinconica ironia, ben calata nel ruolo di sorella Claudia Pandolfi, eccellente Marco Messeri. Il tutto è raccontato con sensibilità alla soffusa luce della memoria. [...]"

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