Non capirò mai la fissazione tutta italiana di cambiare titolo ai film stranieri. Per qualche (a me ignoto) motivo il semplicemente splendido Populaire è diventato un inqualificabile Tutti pazzi per Rose ed a causa della forte assonanza con un blockbuster americano di tanti anni fa non sarei mai andata a vederlo se non fosse stato
un amico di cui mi fido a convincermi. Il lavoro di Régis Roinsard merita invece la giusta considerazione. Non tanto per la qualità assoluta del film (che dopo i primi scoppiettanti quaranta minuti si perde in noiose ripetizioni e smielati romanticismi). Quanto per la delicata ricercatezza della regia. Per i colori pastello, le ambientazioni anni cinquanta o anche solo per i titoli di testa in perfetto stile Saul Bass. Di seguito qualche critica.
un amico di cui mi fido a convincermi. Il lavoro di Régis Roinsard merita invece la giusta considerazione. Non tanto per la qualità assoluta del film (che dopo i primi scoppiettanti quaranta minuti si perde in noiose ripetizioni e smielati romanticismi). Quanto per la delicata ricercatezza della regia. Per i colori pastello, le ambientazioni anni cinquanta o anche solo per i titoli di testa in perfetto stile Saul Bass. Di seguito qualche critica.
I. Feole (filmtv.it): '[...] Dal primo dei titoli di testa stilizzati all'ultimo orlo delle gonne sotto il ginocchio, Tutti pazzi per Rose trasforma l'operazione nostalgia in esercizio di ricostruzione maniacale: ogni dettaglio ripropone accuratamente la moda, le acconciature, le musiche della fine degli anni 50. [...]'
A. Levantesi Kesich (La Stampa): '[...] Appassionato del vecchio cinema - sopratutto se americano e firmato Wilder, Hitchicock, Sirk - che l'esordiente Régis Roinsard ha realizzato una commedia romantica appesa a un filo esile ma impecabile per qualità e grazia [...]'
R. Nepoti (la Repubblica): '[...] Dopo l'enorme successo di The Artist agli Oscar, il cinema francese ha riempito di nuovo le sale con un film ricalcato sui modelli del tempo che fu: nel caso, la commedia sentimentale americana annni cinquanta, che l'esordiente Régis Roinsard riproduce nelle atmosfere, nei colori, nei particolari di scena [...] con una novità, però: che il repertorio romantico è ben miscelato con quello del film sportivo, infondendo emozione e suspense nelle gare di velocità tra dattilografe [...]'
Nessun commento:
Posta un commento