giovedì 19 aprile 2012

:: cinema "Hugo Cabret" (M. Scorsese)


Mi è piaciuto un sacco "Hugo Cabret".
Più di quanto potessi immaginare.
Non tanto per la storia (poco originale e dal ritmo altalenante) nè per la sceneggiatura (a tratti fin troppo melensa) quanto per la fotografia, che ho trovato strepitosa.
Non ho visto la versione 3D ma credo che nessun artificio moderno possa aggiungere poesia ad alcune scelte del regista (le inquadrature di Parigi sotto la neve, le scene girate tra la folla nella stazione di Montparnasse, le sequenze girate nella libreria, il viaggio alla scoperta del cinema passando dai film dei fratelli Lumière fino ad arrivare a quelli di Méliès...).
Un film da vedere, di cui riporto come di consueto qualche recensione.
F. Pontiggia (Il Fatto Quotidiano):"[...] Hugo Cabret è il film più personale di Martin Scorsese da anni a questa parte, il più privato, immaginifico e radicale. C'è di tutto, e di più in questo Hugo Cabret. [...]"
A. Crespi (L'Unità): "[...] Il cuore del film batte su due livelli. Uno è l'amore per Méliès, l'altro, assai più personale, è racchiuso nel personaggio di Hugo Cabret. Il ragazzo ha un disperato bisogno di affetto, ma è sommerso dalla solitudine: come Scorsese da ragazzo, perso nelle strade di Little Italy e salvato dal cinema [...]"

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