venerdì 5 febbraio 2010

:: Cinema "Sherlock Holmes" (Guy Ritchie)


Non avevo mai visto un film di Guy Ritchie e devo ammettere che la sua regia mi ha stupito molto.
Sono entrata al cinema con basse aspettative pensando di trovare uno dei tanti cinepanettoni con grandi attori, enorme budget e poca sostanza.
Invece questo Sherlock Holmes mi ha travolto fin dalla prima scena!
Ho apprezzato sia la caratterizzazione dell'investigatore nato alla fine dell'ottocento dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle (Robert Downey Jr.) sia quella del fidato assistente Watson (Jude Law), entrambi rivisitati in chiave moderna pur rispettando lo spirito degli originali.
Ho trovato di grande impatto la scenografia della Londra vittoriana così come la costruzione delle numerose scene d'azione spesso precedute da una descrizione al rallentatore in cui si capisce come prima di un combattimento l'astuto Sherlock Holmes abbia già calcolato ogni singola mossa e previsto le reazioni dell'avversario.
Se vedete qualcuno che arriva tardi o che si alza in piedi subito dopo l'ultima scena siete autorizzati a tirargli un pop corn!
I titoli di testa e di coda di Danny Yount (meravigliose ed originali sequenze in cui illustrazione, fotografia e grafica si fondono in modo magistrale) sono assolutamente imperdibili. Se volete dare un'occhiata o leggere delle descrizioni tecniche al riguardo affacciatevi su The Art of The Title Sequence.
In conclusione penso che sia un film ben fatto, divertente ed emozionante quindi ve lo consiglio anche se le recensioni che ho trovato sulle principali testate non sono delle migliori.
C. Piccino (Il Manifesto): "[...] L'idea potrebbe essere divertente e Robert Downey Jr. nei vestiti di Holmes è irresistibile, tanto da superare il massacro del doppiaggio italiano con la sua meravigliosa faccia, però da solo non ce la fa [...]"
P.Mereghetti (Il Corriere della Sera): "[...] Certo, lo stile da videogioco bombarda lo spettatore senza un attimo d tregua, le sorprese sono più apparenti che reali e alla fine sono quasi inesistenti le emozioni che restano nel cuore. Ma in tempi di cinema ipertrofico e plastificato questo Sherlock Holmes, interpretato da due attori in parte, non è nemmeno dei più detestabili [...]"
P. D'Agostini (La Repubblica): "[...] Che dire? E' uno di quei film - e, dato il genere, la faccenda non è proprio indifferente- di fronte ai quali alla fine hai l'impressione e anzi ti accorgi decisamente che non tutto l'intreccio scorre fluido e plausibile. Ma onore alla capacità di suggestione che ti fa dimenticare le incongruenze e ti avvolge nell'atmosfera. [...]"

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