venerdì 25 maggio 2012
:: cinema "Sister" (U. Meier)
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E' molto bello il secondo film di Ursula Meier (Orso d'Argento al Festival di Berlino 2012).
Una storia d'amore e di dipendenza morbosa ambientata al freddo e raccontata con distacco ma forse per questo ancora più toccante.
Il titolo originale è "l'enfant d'en haut" ed avrei preferito che nella traduzione per il circuito italiano venisse mantenuto perchè la linea di separazione tra alto e basso è fortemente significativa nel racconto.
Kacey Mottet Klein e Léa Seydoux sono strepitosi.
Un film da vedere, anche solo per capire che sarebbe stato meglio non vederlo.
P. D'Agostini (La Repubblica): "[...] Sister è uno di quei film che possono piacere o respingere, farsi ammirare o rifiutare sull'onda di una contagiosa resistenza alla rappresentazione del dolore e della fatale attrazione per le favole a tinte rosa [...]"
P. Mereghetti (Il Corriere della Sera): "[...] Ursula Meier ha costruito le proprie storie intorno all'idea della 'frontiera', della linea di passaggio. Una vera e propria barriera di confine, concretissima e ben visibile (nel primo film era un'autostrada, qui una funivia) capace però di colorarsi di valenze metaforiche e in qualche modo fantastiche [...] La 'frontiera' di Sister è quella segnata dal percorso di una funivia che mette in contatto un fondovalle brullo e polveroso, come solo certi agglomerati popolari sembrano capaci di essere, con i campi di sci innevati e baciati dal sole. [...]"
la locandina francese
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