domenica 9 ottobre 2011

:: cinema "L'ultimo Terrestre" (G. A. Pacinotti - Gipi)


Domenica sera ho visto il film d'esordio di Gipi e l'ho trovato molto interessante.
E' divertente, inquietante quanto basta, ben girato e con attori inaspettatamente convincenti.
L'interpretazione pacinottiana dell'invasione aliena - a parte qualche perplessità del tutto personale sulla visione del bene e del male come entità concrete e riconoscibili - mi è piaciuta un sacco e mi è piaciuta ancor di più la descrizione delle reazioni dei terrestri di fronte all'evento.
Per finire, essendo fan del registra nelle vesti di illustratore, ho apprezzato particolarmente il fatto di ritrovare nelle immagini del film molti degli elementi che caratterizzano le sue tavole.
Di seguito, come di consueto, riporto alcune recensioni della critica:
D. Zonta (L'Unità): "[...] è di gran lunga il miglior film italiano della Mostra (compresa la gran messe di Controcampo), com’anche uno dei migliori esordi. Attraverso l’escamotage degli alieni, Pacinotti riesce, cosa rara nel cinema italiano, ad alzare lo sguardo, nel suo film arriva a parlare con naturale credibilità del bene e del male, dei buoni e dei cattivi. In un’Italia in cui tutto è permesso e tollerato, laddove il criterio tra ciò che giusto e sbagliato viene quotidianamente calpestato, questi alieni stralunati rappresentano una sorta di sapienza antica in grado di dire ciò che è giusto e sbagliato. [...]"
R. Nepoti (La Repubblica): "[...] Se il discorso giornalistico sul cinema ha inflazionato l'aggettivo 'attesissimo', bisogna dire che il debutto di Gian Alfonso Pacinotti, in arte Gipi, atteso lo era davvero: un po' al varco anche, perché ammesso nel concorso principale della Mostra veneziana. Come film con gli alieni, L'ultimo terrestre è senz'altro un Ufo; e questo è bene. Le creature che, nell'indifferenza generale, arrivano sulla Terra funzionano come innesco dei comportamenti di un campione d'umanità odierna: perlopiù tipi abietti e violenti; nei casi migliori, incapaci di (re)agire. L'occhio dell'autore di fumetti si mostra compatibile con quello, sconsolato, del neoregista. Però il film è inaspettatamente ideologico, mentre la voglia di 'pietas' si lascia inghiottire da un nero pessimismo.[...]"

Nessun commento: