Ormai è un classico. Esce un nuovo film di Woody Allen e non si sentono che critiche, paragoni presente/passato e stroncamenti. Io trovo che 'Magic in the Moonlight' sia una commedia deliziosa. Raffinata, romantica e magistralmente diretta. Un susseguirsi
di immagini che completano una sceneggiatura forse non brillante per originalità ma neanche vagamente deludente. Bravissimo Colin Firth nei panni dello spocchioso illusionista. Perfetta Eileen Atkins nel ruolo della zia Vanessa. Come si fa a non amare un regista che, alla soglia degli ottant'anni, continua a voler credere nella magia pur sapendo che non esiste niente se non la caducità del presente? Beh, spiegatemelo, perchè io da sola non riesco a farlo.
Di seguito, come di consueto, qualche recensione.
R. Escobar (l'Espresso): '[...] Come sempre, Allen mette un po' di sé in ognuno dei suoi personaggi. In Stanley c'è il suo realismo, venato di amarezza e alimentato da un'intelligenza corrosiva. E c'è anche il rammarico d'essere costretto da quella stessa intelligenza al rifiuto dell'illusione, e dei suoi benefici innegabili. In Sophie, l'altro lato del suo cinema, c'è l'immagine vitale della speranza, nonostante e contro ogni evidenza. Insieme, voleranno alti sopra l'insensatezza cosmica. Chi dei due guiderà il volo? Che cosa prevarrà, nella vita che li attende, l'orrore profondo o la bella superficie? La domanda è mal posta. Per chi sia nietzchiano, cioè no, scusate, per chi sia alleniano, tra quell'orrore e questa bellezza c'è un rapporto tanto forte da essere fraterno. [...]'
T. McCarthy (Hollywood Reporter): '[...] Un po' di fantasia fugace che può essere giudicata solo come un minor Woody Allen. [...]'
P. Travers (Rolling Stone): '[...] Malinconia e dubbio possono sembrare cupe qualità da fondere in un romp amoroso. Ma quel colpo di gravità è ciò che rende Magic in the Moonlight memorabile e tipicamente WoodyAlleniano. [...]'
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