Mi è piaciuto molto l'ultimo film di Francois Ozon. Una storia inquietante e coinvolgente scritta e diretta con estrema raffinatezza e magistralmente interpretata da un cast d'attori d'eccezione.
E' quasi un invito al gioco che alterna ironia ed ossessione, voyerismo e dolcezza, un gioco a cui è impossibile sottrarsi anche da spettatore. Favoloso Fabrice Luchini. Molto brave Kristin Scott Thomas ed Emmanuelle Seigner. Convincente il giovane Ernst Umhauer. Di seguito qualche critica.
Mereghetti (Il Corriere dela Sera): '[...] Nella casa, è una specie di puzzle sul tema della creazione, vista volta a volta come condivisione, voyeurismo, compensazione, invidia, sogno (e anche qui, chi più ne ha più ne metta) ma è soprattutto una nuova variazione sul tema dell'apparenze e della realtà [...] Ozon, che l'ha adattata, ha fondamentalmente messo un po' 'd'ordine' nel magma di dialoghi e pensieri che si scambiavano i due protagonisti, trasferendo l'azione in Francia [...] Non tutto funziona alla perfezione, a cominciare da un doppiaggio a volte insoddisfacente.[...]'.
F. Ferzetti (Il Messaggero): '[...] Brillante variazione sui temi cari a Ozon, l’eros, la creazione, la seduzione, il potere delle immagini e delle parole. Con un epilogo non all'altezza del resto, anche se Ozon gioca a carte scoperte (il finale è sempre la cosa più difficile). Che comunque non pregiudica l’intelligenza e il divertimento del gioco a cui siamo invitati. [...]'.
R. Nepoti (La Repubblica): '[...] (ciascuno termina con la parola 'continua...'), l’allievo guida l’insegnante alla scoperta della famiglia di un compagno di classe, nella cui casa Claude s'introduce con scopi assai ambigui. Se di colpa si può parlare, quella dell’ultimo film di Ozon è di essere fin troppo raffinato. Saggio sul voyeurismo, storia di formazione, parabola sulla creazione letteraria, Nella casa si muove tra gli estremi della realtà e della finzione, sostando anche nel terreno intermedio del surrealismo (quando il professore compare nelle scene in cui non potrebbe essere, commentandole); spesso senza farti capire se quel che vedi accade davvero, oppure è la trascrizione in immagini dei temi del ragazzo. È proprio qui, però, che risiede uno dei principali fascini di questo film ispirato; la cui unica debolezza è, forse, quella 'famiglia media' di portata seduttiva troppo scarsa. [...]'
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