lunedì 27 giugno 2011

:: cinema "The Tree of Life" (T. Malick)


E' difficile spiegare cosa si prova di fronte a un film come "The Tree of Life" di T. Malick.
E' una prova di stile strepitosa sia in termini di regia che di narrazione ma è anche angosciante e di difficile fruizione per chi come me non è un esperto di tecnica cinematografica!
Il continuo alternarsi di piani narrativi mi ha quasi destabilizzato....
La fotografia è splendida così come la sceneggiatura (ridotta all'osso ma emozionante come non mai!) ma - a giudicare dal numero di persone che hanno abbandonato la sala durante la serata - occorre una forte motivazione per arrivare alla fine della proiezione.

Di seguito, come di consueto, riporto qualche recensione:
C. Maltese (La Repubblica): "[...]L'opinione di chi scrive è che The tree of life sia il più straordinario dei film visti in concorso, ma anche un capolavoro contenuto e quasi imprigionato in una crisi mistica di arduo fascino. Nel'essenza del racconto centrale, il film è un Amarcord texano di rara poesia, una delle più potenti storie sulla famiglia raccontate al cinema in questi anni.[...]" P. Mereghetti (Il Corriere della Sera): "[...]qui si ha l’impressione che il regista si sia fatto guidare dall’intuito, dalla visionarietà, dall’ambizione, senza chiedersi fino a dove la sua scommessa fosse intellegibile. Così, dopo essersi fatti affascinare da immagini straordinarie, dopo aver seguito la scoperta delle durezze della vita attraverso gli occhi di un adolescente e aver capito che il sogno americano (inculcato dal padre Brad Pitt e messo in opera dal figlio Sean Penn) rischia di farci perdere il senso profondo della realtà, restiamo comunque con qualche dubbio, come di fronte a un’opera di cui si ammira l’ambizione ma che finisce anche per esserne un po’ soffocata.[...]" A. Crespi (L'Unità): "[...]È un film totalmente anti-narrativo, in cui le tracce di “trama” vengono cancellate dal montaggio, dalla musica, dall’azzeramento dei dialoghi, dalle incessanti voci fuori campo. [...] Due cose possiamo dire: la magnificenza formale del film è persino esagerata, e nessuno ha mai filmato dei neonati con tanta grazia e tanto amore. [...]"

il delizioso scenario del Giardino Scotto (Pisa)

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