Il
titolo è intrigante. Jude Law lo è ancor di più. Anthony Hopkins è
bravo. Ma questo film (liberamente ispirato a Girotondo
di
Schnitzler) stenta a decollare. La regia è buona e la
sceneggiatura,
di Peter Morgan, è interessante. Ma il ritmo è altalenante. Ed
alcuni intrecci sono poco coinvolgenti. Di seguito qualche critica.
A.
Levantesi Kezich (La Stampa): '[...] Scritto da Peter
Morgan, l’ottimo sceneggiatore di Frost/Nixon e The Queen, il film
intriga per la drammaturgia sicura, per l’attrattiva anche
divistica di alcuni degli interpreti e per l’eleganza di regia del
brasiliano Ferdinando Mereilles. Però il gioco di vite resta in
superficie e il carosello gira a vuoto, senza coinvolgere più di
tanto. [...]'
F.
Alò (Il Messaggero): '[...] Si affrontano in superficie
temi come lo sfruttamento, il tradimento, la redenzione. Saltando da
Londra a Vienna a Rio de Janeiro. Fra uno sbadiglio e l’altro.
[...]'
M.
Porro (Il Corriere della Sera): '[...] Sulla falsariga del
'Girotondo' di Schnitzler dove dieci coppie si passano il testimone
di illusioni e delusioni del cuore, il nuovo film di Meirelles è
un’abile confezione di combinazioni sentimentali che confina col
giallo e il melò, alternando personaggi indovinati, situazioni
esistenziali note, letti sfatti o purtroppo intatti, libertà,
cinismi, follie, escort. Tutto guardando negli occhi un seducente
cast in cui primeggiano Rachel Weisz, Hopkins e Jude Law. [...]'
2 commenti:
^Disse una volta un vecchio saggio se sulla strada incontri un bivio, prendilo. Ma dimenticò di dire in quale direzione^
Splendida dimenticanza. La migliore direi.
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