interrompe la silenziosa sequenza di inquadrature di dettaglio che introducono il racconto. Un incipit strepitoso che si confà perfettamente alle scelte narrative del regista. Non rimane che attendere l'uscita del secondo volume e sperare che la voglia di vedere gli ultimi tre capitoli prevalga sul disagio creato dai primi cinque.
Di seguito qualche critica.
D. Zonta (l'Unità):
'[…] Il regista danese realizza, non senza ironia e profonda
comprensione, un film molto stratificato e per sostenere la
complessità richiama le più svariate fonti: musicali (Bach),
matematiche (Fibonacci), letterarie (Poe), cinematografiche (Kubrick,
Bunuel e Bergman tra gli altri), ittiche (trattato di pesca del ‘600)
e psicoanalitiche [...] talvolta esplicitandole talatra no, il tutto
in un trattatello che non è mai un compendio ma continua invenzione
linguistica, dando al cinema quel che è del cinema [...] Non si esce
delusi da questo viaggio, semmai intrigati e vogliosi di sapere come
prosegue, quali rischi si prende Trier e noi con lui. [...]'
P. Travers (Rolling
Stones): '[…] Uma Thurman è sensazionale, rubando la scena del
film in un momento che taglia al centro dei sentimenti contrastanti
di Von Trier sul potere femminile. [...]'
P. Mereghetti (Il Corriere della Sera): '[…] Resterebbe da chiedersi che cosa ci vuol dire con questo film Lars Von Trier e fino a che punto il regista danese è capace di elaborare le proprie ossessioni (perché è evidente che quello che vive sullo schermo Joe è soprattutto la proiezione delle fantasie - maschili – del regista) per 'parlare' a chi lo guarda o non è piuttosto vero che 'sfrutta' la buona fede degli spettatori per esorcizzare le proprie ossessioni. Ma per rispondere a questa domanda sarà meglio aspettare di vedere il 'volume II'. [...]'
P. Mereghetti (Il Corriere della Sera): '[…] Resterebbe da chiedersi che cosa ci vuol dire con questo film Lars Von Trier e fino a che punto il regista danese è capace di elaborare le proprie ossessioni (perché è evidente che quello che vive sullo schermo Joe è soprattutto la proiezione delle fantasie - maschili – del regista) per 'parlare' a chi lo guarda o non è piuttosto vero che 'sfrutta' la buona fede degli spettatori per esorcizzare le proprie ossessioni. Ma per rispondere a questa domanda sarà meglio aspettare di vedere il 'volume II'. [...]'
1 commento:
Mi piace: il film
M.
Posta un commento