martedì 11 febbraio 2014

:: cinema 'American Hustle' (David O. Russel)

Mi è piaciuto da morire l'ultimo lavoro di David O. Russel. Un film brillante, coinvolgente, ben realizzato, convincente. Un vero e proprio esercizio di stile seventies che ipnotizza dal primo all'ultimo minuto non solo per la forza dell'intreccio e per l'ottima sceneggiatura ma anche e sopratutto per la strepitosa colonna sonora che accompagna ed a tratti sovrasta
ogni singola sequenza visiva (da The Jean Genie/David Bowie a Jeep’s Blues/Duke Ellington, da Papa Was a Rollin’ Stone/The Temptations a Dirty Work/Steely Dan, da I Feel Love/Donna Summer a How Can You Mend a Broken Heart/Bee Gees). Di seguito, come di consueto, alcune critiche.
A. Crespi (l'Unità): '[…] Ottima la tensione delle truffe che si nascondono una dentro l’altra, è efficace il modo in cui il thriller sfocia nel grottesco, e soprattutto è magnifico il modo in cui gli attori si mettono al servizio dei personaggi a costo di mascherarsi, deturparsi e rendersi – consapevolmente – ridicoli. [...]'
P. d'Agostini (la Repubblica): '[…]A prima vista verrebbe da dire che American Hustle (cioè truffa) è una specie di Stangata meno allegra e spensierata. I due film hanno in comune gli anni Settanta, ma lì originavano il punto di vista, lo spirito del film; mentre qui sono il tempo dell’azione, visto da oggi e cioè da un punto di vista più cupo, certo assai meno spensierato [...]'
G. Niola (mymovies.it): '[…] Tutti e quattro gli attori protagonisti, con cui Russell ha già lavorato nei suoi film precedenti, forniscono una prestazione fuori dalle loro rispettive medie. Nonostante espedienti grossolani e dalla mano pesante come la serie di ellissi temporali che saltano eventi importanti della storia per poi recuperarli con brevi flashback, ogni scena di American hustle è sostenuta con una credibilità e una sincerità sentimentale talmente potenti da iniettare il dramma necessario nei momenti più divertenti e l'ironia più commovente nei momenti drammatici.[...]'
T. Long (Detroit News): '[…] Ambizioso, buono e anche molto divertente. Da non perdere.[...]'
M. Porro (Il Corriere): '[...] Il film, che pecca solo per eccessiva lunghezza, impensierisce divertendo e diverte impensierendo, aprendo ampie voragini nevrotiche sia maschili sia femminili fino all’apparizione del capo dei boss, partecipazione davvero straordinaria di De Niro, memore di quei bravi ragazzi al ragù.[...]'


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