lunedì 4 novembre 2013

:: cinema 'La vita di Adele | Capitoli 1 e 2' (A. Kechiche)


Mi ha letteralmente tolto il respiro l'ultimo lungometraggio di Abdellatif Kechiche. Una storia travolgente e passionale raccontata attraverso lo sguardo di una giovane donna alla ricerca della propria identità sessuale e sociale in una piccola realtà della provincia francese. Una lunga, straziante emozione rafforzata da immagini dense, colori caldi, corpi frementi, dialoghi intensi. Un film a tratti doloroso ma imperdibile. E sebbene concordi con la (più volte citata) teoria di J. P. Sartre secondo cui l'esistenza precede l'essenza, sono altrettanto convinta del fatto che l'unione di due esistenze spesso finisca per determinare scelte tanto libere quanto contrarie ad istinto e sentimento.
Di seguito qualche critica.
C. Piccino (Il Manifesto): '[...] Alla prima proiezione, al festival di Cannes, tutti (o quasi) sono impazziti. Non esistevano che La vie di Adèle, il film di Abdellatif Kechiche, e le sue protagoniste, Léa Seydoux e Adèle Exarchopoulous, belle, sfrontate e fragili al tempo stesso, con la loro storia d'amore che come tutte le storie d'amore finirà male. [...]'
A. Levantesi (La Stampa): '[...] Palma d'oro allo scorso festival di Cannes, con la graphic novel Il blu è un colore caldo di Julie Maroh (Rizzoli Lizard) cui si ispira: perché, pur in spirito di sostanziale fedeltà, appare evidente con quanta autorevolezza (e autorialità) il regista Abdellatif Kechiche abbia trasformato l'opaco materiale della pagina in cinema palpitante di vita. Con quello stile fenomenologico, 'en plein air' anche quando realizzato in interni, che è il marchio del cinema francese da Renoir alla Nouvelle Vague fino agli attuali epigoni. [...]'
J. Gester (Liberation): '[...] Quello che si spera sempre di vedere durante un festival è un film che s'innalzi sopra gli altri, un grande film capace di farci dimenticare tutto il resto, soprattutto in annate particolarmente cupe. Ed eccolo qui, dopo otto giorni di proiezioni a Cannes (un periodo che in termini di festival equivale a un secolo), un film che vale anche come gesto di riconciliazione. [...]'

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Concordo su tutto, anche che è un LUNGOmetraggio.
M

B. ha detto...

Caro M., noto una leggera vena sarcastica in quel maiuscolo ma concordo solo in parte. :-)
Il film è (indubbiamente) impegnativo ma credo che ogni singolo fotogramma sia funzionale alla storia e, per questo, non omissibile.

Anonimo ha detto...

Caro GloOblò,
sì, era un po' sarcastico. Ma detto questo, davvero concordo su tutta la linea. Era un po' per gioco.
M.

B. ha detto...

=* (che nel gergo dei giovani credo stia per 'bacio')