mercoledì 10 aprile 2013

:: film 'Un sapore di ruggine e ossa' (J. Audiard)

E' un film forte 'Un sapore di ruggine ed ossa' ('De ruille et d'os') di Jacques Audiard, con un protagonista maschile tanto rugginoso quanto affascinante interpretato magistralmente da Matthias Schonaerts (vincitore del premio Cèsar 2013 come migliore promessa).
Di sicuro non regala una ventata di leggerezza ma merita di essere visto. Di seguito qualche critica.
A. Levantesi (La Stampa): '[...] A raccontarne il soggetto, Un sapore di ruggine e di ossa di Jacques Audiard, l'acclamato autore di Il profeta, potrebbe sembrare un insopportabile melò. Si parla dell'incontro fra un uomo che, nonostante sia padre di un bambino, vive sulla superficie delle cose senza mai mettere in gioco la sua affettività; e una giovane donna, addestratrice di orche in un acquario, che ha le gambe ridotte a due moncherini da un incidente sul lavoro. Due esseri mutilati, dunque, il primo nell'animo, la seconda nel corpo, che trovano salvezza l'uno nell'altro.[...]'
F. Ferzetti (Il Messaggero): '[...] Vorremmo dire che anche il film di Audiard, ammirato regista di mélo travolgenti come 'Sulle mie labbra', 'Tutti i battiti del mio cuore', 'Il profeta', è teso e appassionante. Ma purtroppo l’incontro del bel vagabondo dalla forza erculea con bimbetto al seguito, e dell’addestratrice di orche mutilata che grazie a quel vagabondo angelico e disponibilissimo (anche sessualmente) rinasce a nuova vita, è un tale concentrato di cliché, maledettismi, assurdità colossali, che anche l’idea di mettere in scena senza infingimenti il corpo scempiato della bellissima Cotillard, accanto a quello trionfale e martoriato del compagno-protettore-amante, che combatte sanguinosi match di full contact, diventa una trovata superficiale come tutti i personaggi del film (compiti per le vacanze di Audiard: rivedere venti volte Million dollar baby di Eastwood). [...]'
N. Aspesi (La Repubblica): '[...] Lei dice di non sapere se ancora le piacerà, lui le chiede, vuoi riprovare, lei ci riflette poi sorride, sì, perché no? Dopo, lei pare radiosa, lui dice adesso ho da fare, quando vuoi chiamami, io sono disponibile. Pare che l’amore oggi sia così, pratico e casuale, tra persone tanto diverse da non potere andare oltre i loro corpi, per un momento perduti insieme. Nel film Ruggine e ossa del sessantenne francese Jacques Audiard, in concorso ieri e già visibile in tutta la Francia, i corpi sconnessi sono quelli di un buttafuori, pugile per fame in sanguinosi incontri clandestini in mezzo a spettatori maschi inferociti, e di una ragazza, istruttrice acquatica di orche marine qui, al Marineland di Antibes, che nel suo bizzarro lavoro ha perso ambedue le gambe dal ginocchio in giù (s’immagina mangiate da una delle sue allieve acquatiche, cui comunque resta affezionata, tanto che la va a trovare). [...]'
O. Seguret (Libération): '[...] In una Costa Azzurra squallida e banale s'incontrano Ali e Stéphanie. Lui è un ragazzo padre, bello ed emarginato, arrivato dal nord. Ospite della sorella, si alterna come buttafuori e come pugile in incontri clandestini. Lei è una donna bella e giovane, socialmente integrata con un lavoro poco comune: addestratrice di orche in un parco acquatico. Tra loro non potrebbe mai nascere una storia, finché in un incidente sul lavoro Stéphanie perde entrambe le gambe. A quel punto il loro rapporto dà vita a una storia la cui trama è tessuta con grande abilità. [...]'

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