La struttura narrativa non è tra le più originali ma le interpretazioni di Alex Lawther e Benedict Cumberbatch (già favoloso nei panni di Holmes nella serie televisiva Sherlock) donano al film una luce che solo Keira Knightley e il suo splendido ma inespressivo faccino avrebbero potuto offuscare. Nove nomination agli Oscar sono
troppe ma il regista norvegese Morten Tyldum merita sicuramente un applauso.
Di seguito, come di consueto, alcune recensioni.
Tod McCarthy (Hollywood Reporter): '[...] Avvincente, ben strutturato e purtroppo tragico [...]'
Peter Travers (Rollong Stone): '[...] La forza primaria del film è Cumberbatch, un grande attore il cui talento brilla qui sulle travi alte. Si tratta di un'esplosiva prestazione emotivamente complessa [...]'
M. Porro (Il Corriere della Sera): '[...] Il film di Morten Tyldum, vincitore a Toronto, è tradizionale ma le sorprese vere della vita durante la guerra e il sorriso di Keira Knightley gli danno un aspetto da fiction e ci mettono di fronte all'eterno paradosso del genio a contatto con il genere (omofobo) umano. Turing ha il viso geometrico, infrangibile impassibile di Benedict Cumberbatch che certo si candida all'oscar pur con molte sfumautre di grigio melodrammatico [...]'
Scott Foundas (Variety): '[...] Il film è innegabilmente forte nel senso di una luce bruciata troppo presto, è questo il destino spesso ingiusto di coloro che osano fregarsene delle norme stabilite dalla società [...]'
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