Mi è piaciuto molto l'ultimo film di Paolo Virzì tratto dal romanzo di Simone Lenzi (
La generazione, Dalai editore). La storia è surreale e tutt'altro che originale ma i protagonisti, Guido/Luca Marinelli e Antonia/Federica Vittoria Caiozzo in arte Thony, sono incredibilmente convincenti.
Di seguito qualche recensione.
A. Crespi (L'Unità): "[...] Una vacanza? Una gitarella nel disimpegno? Tutt’altro. Tutti i santi
giorni è in tutto e per tutto un film di Paolo Virzì ed è forse quello
che - almeno in tempi recenti - maggiormente si interroga su ciò che
sta diventando l’Italia. Occorre distinguere la trama apparente da
quella “sommersa”. Tutti i santi giorni è la storia tragicomica di
due persone vere in un’Italia pazza e volgare. Fa ridere, fa piangere:
perché siamo tutti noi, che facciamo ridere e piangere. [...]"
P. Mereghetti (Il Corriere della Sera): "[...] E se fosse la cultura classica il vero segreto per superare le
difficoltà della vita? Se per vivere, i libri, i buoni libri, aiutassero
più di tutto? Sarà un caso ma i personaggi migliori di Virzì hanno
tutti il pallino della lettura, dal Piero diOvosodo (che racconta
Dickens agli operai) fino alla Marta di Tutta la vita davanti, laureata
in filosofia teoretica, o al Bruno di La prima cosa bella che la
letteratura l'insegna a scuola (senza dimenticare il professore
diCaterina va in città). Sarà un caso ma quando il protagonista pensa
più al cinema che ai romanzi, come in My Name is Tanino, il film
funziona meno.
Funziona, invece, il Guido di Tutti i santi giorni, che i libri li legge
ovunque, mentre fa il portiere di notte, poi sull'autobus e in metrò, 'massimo esperto italiano di protomartiri cristiani', che usa la cultura
classica per svegliare Antonia, la quale invece lavorando di giorno in
un autonoleggio finisce per avere pochissimo tempo da condividere con il
compagno. [...]"