Sabato scorso sono stata a sentire i Dinamitri Jazz Folklore al "The Cage Theatre" di Livorno e mi sono divertita un sacco! L'edificio che ospita la nuova sede del locale, ovvero il Teatro Mascagni di Villa Corridi, mi è sembrato il posto perfetto per godersi un buon concerto. Non solo perchè ha una buona acustica e perchè è grande quanto basta per ospitare tanta gente senza risultare troppo dispersivo ma anche - e soprattutto - perchè è bello da morire! Varrebbe la pena farci un salto anche solo per vedere il pavimento fatto da tante piccole mattonelline esagonali di un improbabile marrone anni settanta... Ingresso €5,00. l'ingresso
L'Ex Wide è il miglior posto dove ascoltare musica live a Pisa. E' un circolo Arci, si trova in via Franceschi (nel mitico fondo un tempo occupato dalla Wide Records...) e promuove moltissime attività tra cui l'imperdibile appuntamento jazz del mercoledì. Il 21/12 si sono esibiti i Dinamitri Jazz Folklore ed è stata una serata davvero divertente! Vi consiglio di dare uno sguardo al programma del locale, vi assicuro che ne vale la pena... Dimitri Grechi Espinoza Simone Padovani Emanuele Parrini maschere
I Dinamitri Jazz Folklore sono davvero bravi. Ieri sera sono stata ad un loro concerto organizzato dall'associazione dr. Jazz nell'ambito della rassegna denominata L'Accademia del Dr. Jazz che si è tenuto nell'auditorium dell'hotel Accademia Palace ad Ospedaletto (Pisa). Purtroppo la location non era il massimo - l'hotel è fuori mano e l'ambiente è troppo asettico e moderno per un concerto così suggestivo e d'atmosfera - ma la serata è stata molto interessante. La mancanza dello storico jazz club pisano (che ha chiuso i battenti un anno fa!) si sente sempre più forte... Di seguito una descrizione del gruppo tratta dal sito del dr. Jazz ed una foto delle bellissime maschere che hanno indossato ieri sera i membri del gruppo.
"L’obiettivo di Dinamitri Jazz Folklore è quello di esplorare il linguaggio jazzistico - e, in senso lato, afroamericano - dall’interno. Il che presuppone il tentativo di indagare le connessioni tra i vari idiomi percorrendo un cammino a ritroso: da un’espressione moderna segnata dall’impronta di Ornette Coleman ed Eric Dolphy al modale; dalla complessità ritmico-armonica del be bop alle polifonie di New Orleans; dal retaggio del blues urbano e rurale all’Africa. L’approccio con l’Africa, e soprattutto con la concezione rituale e terapeutica della musica vigente in quelle culture, ha rivelato l’esistenza di veicoli efficaci per avviare un processo di analisi ed approfondimento della funzione di un musicista di jazz oggi, processo avente come obiettivo primario la consapevolezza. Così come, nel rituale, il musicista africano conduce la propria comunità a compiere un’esperienza che lui per primo deve affrontare, allo stesso modo l’improvvisatore dovrebbe radunare tutte le proprie energie per esplorare l’ignoto, per trarne "Axè" l'energia vitale. Un’altra priorità è quella di acquistare (o conquistare, a seconda dei punti di vista) un suono ed un linguaggio propri, traguardo che la stessa trasmissione jazzistica incita a raggiungere: un suono personale è un veicolo emozionale, senza il quale è come parlare con la voce e le parole degli altri. Anche nella ricerca dei legami tra l’improvvisazione jazzistica e forme derivanti da altre culture musicali la consapevolezza del musicista dovrebbe fondarsi sulla coscienza dei propri limiti culturali, sul rispetto per le altre tradizioni e soprattutto sullo sforzo di cogliere gli elementi che accomunano i vari linguaggi presi in esame. Sono questi i presupposti che alimentano la ricerca del Dinamitri Jazz Folklore."