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venerdì 23 gennaio 2015

:: cinema 'Hungry Hearts' (S. Costanzo)

L'immagine in locandina è splendida ma il film (sebbene abbia degli spunti interessanti) è troppo ansiogeno e troppo poco verosimile per i miei gusti. Convincenti, tuttavia, Alba Rohrwacher ed Adam Driver. Di seguito alcune recensioni.
D. Young (Hollywood Reporter): '[...] Manca qualcosa.

domenica 21 aprile 2013

:: film 'Giorni e nuvole' (Silvio Soldini, 2007)

Mi piace il modo in cui Soldini descrive spaccati più o meno leggeri di vita quotidiana. Riesce sempre a stupirmi creando momenti di inaspettata frattura attorno ai quali si sviluppano storie e personaggi ogni volta più interessanti.

mercoledì 16 gennaio 2013

:: cinema 'Il comandante e la cicogna' (S. Soldini)















Divertente. Surreale. Strampalato. Sofisticato. Intelligente. Insolito. Romantico. 
E' difficile dare una definizione del nuovo lavoro di Silvio Soldini. Sicuramente un film da vedere. Anche solo per i titoli di coda, per le interpretazioni di Battiston, Mastandrea e Rohrwacher, per il becco colorato della cicogna, per la colonna sonora della Banda Osisris e Vinicio o per domandarsi per la prima volta: 'gli uccelli lo sanno che non sappiamo volare, oppure pensano che non ne abbiamo voglia?'. 
Di seguito, come di consueto, qualche critica.
P. D'Agostini (La Repubblica): '[...]  Il fatto è che il perseguire la combinazione tra leggerezza da commedia (fiabesca) e quello che intende essere un messaggio forte di indignazione, produce un effetto insoddisfacente. Di consolatoria e parodistica impotenza. Polveroso (malgrado la deliziosa freschezza dei personaggi, dunque spiace assai dirlo), su cui probabilmente pesa la gravosa eredità nostrana di risolvere tutto in commedia. [...]'
D. Zonta (L'Unità): '[...] Dopo un periodo di film più pensosi, Soldini ritorna alla commedia più colorata e leggera, cercando e trovando nei caratteri dei suoi personaggi surreali (ma mai grotteschi) il tocco del paradosso. Senza un vero centro il film ama perdersi in questi paradossi, perdendo il continuo filo rosso della sua impossibile narrazione, come fosse l’insieme di una serie di brevi favole tenute insieme dallo sguardo volatile di una cicogna distratta e dallo sguardo morale dei padri della nostra identità nazionale. [...]'
A. Levantesi Kesich (La Stampa): '[...] Spira un’aria serena dell’ovest su questa piccola fiaba morale diretta con garbo e deliziosamente interpretata, ma la sceneggiatura non trova il passo e il registro surreale (le statue che parlano) non convincono. [...]'