E' stato molto emozionante assistere alla proiezione del documentario che Luc Jacquet (regista di 'La Marcia dei Pinguini') ha dedicato al lavoro svolto dallo scienziato francese Claude Lorius. Un racconto dal fortissimo impatto visivo e sonoro che ha chiuso la sessantottesima edizione del Festival di Cannes con un sentito ed interminabile applauso.
E' vero. Youth alterna attimi di infinita poesia a sequenze banali e, molto spesso, già viste. Tuttavia sono contenta di aver assistito alla proiezione del film nel contesto del Festival. Non solo per puro spirito campanilistico ma anche perchè nei cinema della città in cui vivo non avrei potuto godere a pieno delle raffinate scelte estetiche di Luca Bigazzi. '[...] La leggerezza è una perversione. [...]'
Lo spunto narrativo è potentissimo ma sono tanti gli elementi che non mi hanno convinto dell'ultimo lavoro di Guillaume Nicloux.
A partire dal ritmo (forzatamente altalenante) fino ad arrivare alla sceneggiatura (troppo spesso ripetitiva).
Peccato.
Perchè l'idea di iperbolizzare l'angoscia dei protagonisti (due ex-coniugi che non riescono ad
E' una storia d'amore intensa quella raccontata da Todd Haynes in Carol. Un lungometraggio che (purtroppo) non ha convinto la critica ma che è riuscito a regalarmi numerosi momenti di dolce/amara magia.
E' decisamente potente l'adattamento cinematografico del Macbeth di Shakespeare. Un film esteticamente sorprendente con un protagonista (Michael Fassbender) in stato di grazia. Strepitose le sequenze di combattimento in slow motion. Indimenticabile il rosso intenso e ruvido delle scene finali. Assolutamente da non perdere.
Vedere un film con i piedi nudi nella sabbia ed il cielo stellato che fa da sfondo è una delle cose più belle che riesca anche solo ad immaginare. A Cannes è stato possibile ed io non posso fare a meno di sentirmi molto, molto fortunata.
La trasposizione cinematografica del racconto di Antoine de Saint-Exupery è un prodotto di straordinaria bellezza. Non tanto per la storia che fa da cornice alle vicende del principe quanto per la raffinatezza visiva della sezione in stop-motion. Un film poetico ed emozionante che regala attimi di indimenticabile magia.
Alias Marìa è uno dei film più emozionanti che abbia visto al festival. Una storia raccontata attraverso gli sguardi, i silenzi, i sussulti, i sorrisi e le paure di una giovane guerrigliera colombiana. Splendida la fotografia. Perfetto il montaggio. Spero che José Luis Rugeles Gracia non si fermi qui.
Sono rimasta molto colpita dal documentario di Roberto Minervini (quarto italiano nella selezione ufficiale del festival, sezione Un Certain Regard). Le storie sono molteplici ma il filo conduttore è lo stesso. La disperata ricerca di un modo per sopravvivere alla desolante tristezza di un territorio invisibile, la Louisiana. Assolutamente da non perdere.
Ho versato ettolitri di lacrime alla proiezione di 'Masaan', di Neeraj Ghaywan. Il regista indiano ha uno stile narrativo estremamente romantico che (nonostante qualche eccesso nella caratterizzazione dei personaggi) regala indimenticabili frammenti di magia.
E' decisamente pesantuccio il documentario che Souleymane Cissé ha dedicato alla vicenda giudiziaria che ha visto coinvolti i suoi familiari a Bamako, in Mali. La fotografia è interessante ma mi aspettavo qualcosa di più da uno degli indiscussi maestri del cinema africano.
Mi è piaciuto moltissimo il lungometraggio del regista Corneliu Porumboiu. Una rocambolesca caccia al tesoro nella Romania contemporanea che fa sorridere ma che fa anche molto riflettere.
E' decisamente hotal cubo il lungometraggio del regista argentino Gaspar Noè. Troppi dialoghi per definirlo un porno. Troppe scene esplicite per definirlo un film erotico. Un esperimento difficilmente classificabile ma indubbiamente molto, molto interessante. Racconta la storia
Jia Zangke si conferma uno dei miei registi preferiti. Il suo 'Mountains may depart' (Shan he gu ren/En Compétition) è un film che racconta la Cina contemporanea attraverso lo sguardo di tre ragazzi ed il loro intreccio di sentimenti e passioni. Un film allo stesso tempo intimo e
E' molto bello il film di Robert Guédiguian. Una storia intensa e commovente scritta in memoria del genocidio armeno del 1915. Assolutamente da non perdere.
E' un film decisamente forte quello della coreana Shin Suwon. Una storia claustrofobica ed inquietante in cui si concentrano tematiche complesse affrontate in modo fin troppo morboso per i miei gusti. Non credo che sarà distribuito in Italia ma se dovesse succedere preparatevi ad una lunga serie di pugni nello stomaco.
Anche quest'anno ho la fortuna di trascorrere qualche giorno in Costa Azzurra in occasione del Festival. Tre registi italiani in gara e i fratelli Ethan e Joel Coen presidenti di giuria. Beh, che dire, le premesse lasciano ben sperare!
Un anonimo blogger francese ha provato ad immaginare la versione 'per celiaci' di una serie di famose opere d'arte. Il risultato è un progetto grafico molto divertente in cui si alternano doppie immagini di dipinti, fotogrammi video, illustrazioni e